QUANDO si sono
avvistati i tritoni nei fossi della pineta di Legante a Viareggio, c’è stato un
momento di sana euforia tra gli esperti dell’Associazione Nazionale dei
Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue. Il
motivo? Semplice: l’inquinamento aveva fortemente ridotto questi anfibi che,
per una spiccata sensibilità alle sostanze chimiche, hanno la funzione di
bioindicatori: in pratica sono segnali spia sulla qualità dell'ecosistema.
COME mai sono tornati questi piccoli “draghi”, è da
ricercare nel lockdown da Coronavirus. “Accertare la presenza di tritoni
all’interno di un habitat palustre è una notizia importante per l’ecosistema,
perché questi piccoli animali sono un segnale inequivocabile che l’ambiente non
è inquinato – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente ANBI. Osservati da
vicino, i tritoni appaiono come piccoli “draghi”, che vivono tutto l’anno nel
letto di foglie e sotto le radici delle piante; in periodo primaverile è più
facile osservarli, perché raggiungono le acque, a lento scorrimento, di fossi e
canali per deporre le uova; si nutrono di larve di zanzara e per questo sono
anche ottimi alleati dell’uomo.

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