QUANDO si
percepiscono meno gli odori, quando si
ha fame d’aria e quando si ha la tosse, beh, non sottovalutate questi
sintomi, lamentati da molti dei pazienti affetti da Covid-19. Una fra tutti è
la iposmia, ovvero la diminuita
capacità di percepire gli odori. "Ciò è risultato in circa i due terzi dei
casi valutati in Sud Corea e in Italia", afferma il professor Stefano Di Girolamo, responsabile della
UOSD di Otorinolaringoiatria del Policlinico Tor Vergata Centro Covid 4 Roma e
ordinario di Otorinolaringoiatria dell'Università di Tor Vergata. Ma
attenzione: perché “l'iposmia può
essere l'unico sintomo riportato dai portatori sani, da coloro
che non lamentano altre manifestazioni cliniche. Questo –
suggerisce l’esperto - dovrebbe essere un punto da valutare in maniera più
accurata, una volta terminata l'emergenza, per effettuare i tamponi e
identificare precocemente i portatori sani che spesso infettano la popolazione
più grande".
COME mai il Coronavirus
è in grado di alterare l'olfatto? "La
porta di ingresso di molti virus – risponde Di Girolamo - è la mucosa nasale, qui si possono
verificare vari processi che possono indurre una riduzione dell'olfatto. Il
primo è un rigonfiamento infiammatorio della mucosa a livello della fessura
olfattoria con una riduzione meccanica della quantità di particelle odorose. Un
altro è legato all'infiammazione specifica del recettore olfattorio per poi
ipotizzare una lesione a livello dei bulbi olfattori e del sistema nervoso
centrale. Spesso accanto alla riduzione dell'olfatto,
il paziente può riferire anche una riduzione del gusto, questo dipende da
un danno della mucosa olfattoria. Quando
mangiamo, infatti, liberiamo le sostanze odorose contenute nei cibi che
risalgono nel rinofaringe fino a interessare la mucosa dove c'è un
potenziamento della sensazione gustativa. Se quindi c'è una riduzione
dell'olfatto, anche la percezione dei gusti sarà minore".
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