GIORNATA NAZIONALE MAL DI TESTA: FESTA DEL 9 MAGGIO


QUANDO sabato il 12% della popolazione si ritroverà a festeggiare, sappiatelo: è la Giornata nazionale del mal di testa, patologia che coinvolge circa 6 milioni di persone. “Numeri importanti che non ci hanno fatto desistere quest’anno, malgrado l’emergenza Covid-19, dal voler cercare di colmare il bisogno di informazione legato a questa patologia per la quale una diagnosi precoce può davvero impattare positivamente sull’evoluzione della malattia, poiché evita importanti conseguenze quali la cronicizzazione del disturbo e l’abuso di farmaci. Iniziative come la Giornata del Mal di Testa servono proprio a informare il paziente - e i suoi familiari - per renderlo consapevole delle azioni da intraprendere per contrastare la malattia e non rimanerne schiacciato”, spiega il Prof. Gioacchino Tedeschi, Presidente della SIN che insieme a ANIRCEF e SISC sono coinvolte su facebook dal 9b al 15 maggio per una maratona social dedicata al mal di testa sull’omonima pagina social.

COME mai interessa? Beh, si stima che la cefalea, spesso chiamata mal di testa, colpisca 1 persona su 2 con episodi che si verificano almeno una volta l’anno (dati Organizzazione Mondiale della Sanità) e il rapporto aumenta fino a 3 persone su 4 nella fascia di età tra i 18 e i 65 anni. La patologia riguarda anche le fasce più giovani della popolazione: oltre il 40% dei ragazzi è colpito da cefalea mentre 10 bambini su 100 soffrono di emicrania, una forma comune di cefalea primaria. “Il mal di testa è una patologia dolorosa e disabilitante - afferma il Prof. Elio Clemente Agostoni, Presidente ANIRCEF - In particolare, l’emicrania è stata identificata dall’OMS come la malattia che causa maggiore disabilità nella fascia di età tra 20 e 50 anni, ossia nel momento della vita in cui siamo più produttivi. A questo proposito, è in fase avanzata la realizzazione di progetti di legge portati avanti per far sì che le forme più gravi di mal di testa vengano inserite nella categoria delle “patologie sociali” e che ai pazienti vengano riconosciuti diritti finora negati. Sono anni che ci battiamo per far comprendere, ai non addetti ai lavori, come il mal di testa sia una patologia spesso invalidante che comporta nei pazienti bisogni che non possono più essere ignorati”.

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