600 REPERTI E SEI SECOLI DI STORIA PER GLI ETRUSCHI E IL MANN


QUANDO il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita una mostra, è sempre una esibizione meritevole. Capita ancor più con “Gli Etruschi e il MANN”. Perché? “Gli Etruschi al MANN tornano per restare. Non solo con una mostra raffinata e dall’altissimo rigore scientifico, ma con l’annuncio dell’allestimento permanente che restituirà alla fruizione del pubblico un altro fondamentale pezzo della storia del nostro Museo, ‘casa’ dei tesori di Pompei ed Ercolano, così come custode di eredità molto più antiche. Museo della capitale di un Regno, l’Archeologico di Napoli vanta, infatti, collezioni sterminate derivate sia da scavi che da acquisizioni come, ad esempio, quella del bronzetto dell’Elba, reperto più antico ritrovato sull’isola toscana. Ma, soprattutto, nei nostri depositi c’è la testimonianza di una Campania centrale nel Mediterraneo e da sempre coacervo di popoli: Greci, Etruschi e Italici, a conferma che la ricchezza della cultura del Meridione sta nella diversità e nella contaminazione. Per comprendere in pieno gli Etruschi, oggi bisogna quindi volgersi anche al Sud e al patrimonio del MANN, dove duecento pezzi, praticamente inediti, splendono di nuova luce grazie allo straordinario lavoro del Laboratorio di Restauro del Museo. Un traguardo che mi riempie, come etruscologo, di personale soddisfazione, e che è occasione per ricordare la figura del celebre archeologo Marcello Venuti, nel 1727 fondatore dell’Accademia Etrusca e, poi, tra gli scopritori di Ercolano”, ha dichiarato ieri il Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini.

COME rimanere indifferenti di fronte ai seicento i reperti presentati al pubblico? Almeno duecento opere, dopo un'attenta campagna di studio, documentazione e restauro, saranno visibili per la prima volta in occasione dell'exhibit che chiuderà il 31 maggio 2021.

Commenti