QUANDO è arrivato il Coronavirus, durante la quarantena 84
italiani su 100 hanno imparato a prendersi cura di sè. Le donne soprattutto, non hanno rinunciato a tingersi i capelli e hanno comprato prodotti online. Come la ragazza in foto, che ha scelto ad esempio Orovivo Elisir di Colore di Biopoint Personal, trattamento colorante senza ammoniaca che le ha regalaro ai capelli una nuova vita. Dunque, visto che il Coronavirus non ha fermato il desiderio di bellezza, Uala ha voluto indagare facendo un sondaggio. E in una nuova
quotidianità, in cui saranno indubbiamente meno i clienti serviti ogni ora,
sarà imprescindibile uno sforzo da parte dei centri di bellezza nel dilatare
gli orari di apertura. La gestione delle prenotazioni e la capacità dei saloni
di riorganizzarsi e ridistribuire il flusso di clienti lungo fasce più ampie
della giornata o in giorni della settimana meno affollati, costituirà un
elemento determinante per superare la crisi.
COME ci organizzeremo dal parrucchiere? Più della metà
degli intervistati (51%) dichiara che sarebbe disposto a recarsi in salone
anche dopo le 21, pur di trovare posto. Meno gettonate le fasce orarie mattutine
(esempio le 6.30), preferite solo nel 17% dei casi. Il rischio di perdere
clienti in caso di gestione inefficace è alto: il 25% degli utenti dichiara che
se non troverà posto negli orari che desidera abbandonerà l’idea di recarsi in
salone e opterà o per il fai da te o per un salone concorrente. Una richiesta,
quella di una maggiore flessibilità, che parrucchieri ed estetiste sembrano già
pronti ad accogliere: il 73% dichiara infatti di essere disposto ad ampliare
gli orari di apertura, riorganizzando i turni dei collaboratori, al fine di
diluire l’afflusso dei clienti nel corso di tutta la giornata.
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