QUANDO Franco ha iniziato il suo cammino era estate del 1981.
Con lui c’era l’amico Andrea. Franco aveva terminato da qualche ora l’orale di
maturità. Portarono il minimo dell’attrezzatura necessaria per poter affrontare
qualsiasi tipo di ambiente: zaino, picca, cartine, abbigliamento estivo e
invernale, sacco a pelo e un sottile sacco da bivacco. Niente tenda, niente
fornelletto. L’obiettivo? La traversata delle Alpi, dal Mar Ligure
all’Adriatico. Ad accompagnarlo, dopo Andrea, si alterneranno altri sette
amici, fondamentali perla riuscita dell’impresa. 81 giorni, circa 2.000 Km,
219.000 metri di dislivelli, 25 cime tra le più significative della catena
delle Alpi; gran parte dei pernottamenti bivaccando all’aperto o sotto ripari
di fortuna.
COME faccio a sapere tutto questo? Franco Michieli, garante
internazionale di Mountain Wilderness, tra gli italiani più esperti nel campo
delle grandi traversate di catene montuose, capace di percorrere
a piedi terre impervi e interpretandole esclusivamente con occhi e facoltà
umani, senza GPS, ricetrasmittenti, mappe, bussola e orologio,
ha descritto tutto questo nel libro in uscita a metà maggio: L’abbraccio
selvatico delle Alpi (Ponte alle Grazie pagg. 292 - 16,80 euro).
Il libro, pubblicato in collaborazione con il Club Alpino Italiano, si presenta
come un viaggio alpinistico, un’avventura tra amici, tante domande, tante
scoperte. Non per tagliare un traguardo, o per aggiungere una tacca all’elenco
delle altre traversate, ma per immergersi nella natura completamente e
«commisurare la propria dimensione con la reale grandezza della montagna, o di
ciò che non è umano, e ci sovrasta».
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