COME – Evitare il peggio si può. Ci sono novità nella cura del glaucoma e consistono nella chirurgia mini invasiva del glaucoma e nella neuroprotezione. Molto utile anche il laser con una potenza ipotensiva oculare pari ai colliri che, dice il prof Manni, può essere proposto al paziente come primo approccio terapeutico al posto della terapia in collirio. In generale è fondamentale iniziare la terapia precocemente soprattutto se sono presenti determinati fattori di rischio che il medico deve saper valutare (spessore della cornea e familiarità in primis). Secondo Manni, “il successo della terapia del glaucoma è tutto nel rallentare la progressione della patologia. Largo dunque a colliri, laser e chirurgia guardando ogni singolo paziente con glaucoma (in altre parole: curare il paziente con la malattia e non la malattia da sola), ponendosi come obiettivo una pressione oculare più bassa garantendo così la stabilità del campo visivo”.
QUANDO - C’è un “ladro silenzioso della
vista”che agisce indisturbato sul paziente fino a quando la diagnosi non dà
scampo. Si chiama glaucoma. Cos’è?, “È una malattia degenerativa del
nervo ottico e del campo visivo che, quando diagnosticata, purtroppo è già
tardi”, spiega il professor Gianluca Manni (in foto), direttore della Clinica Oculista al
Policlinico Universitario Tor Vergata a Roma e responsabile del Programma
Aziendale per il trattamento dei glaucomi. “Per fortuna nuovi
algoritmi terapeutici che prevedono la neuroprotezione, farmaci ipotensivi
oculari a lento rilascio, innovative procedure chirurgiche mini invasive,
dimostrano come un adeguato trattamento può migliorare la qualità di vita dei
pazienti glaucomatosi. Curare il glaucoma, abbassando la pressione oculare e
proteggendo direttamente le strutture le cellule nervose, consente al malato di
affrontare in maniera migliore la vita di tutti i giorni.
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